
L’evoluzione personale è da sempre la mia prima passione, è una vocina che dentro di me mi spinge e mettermi in discussione e cercare la comprensione del dolore e della malattia.
Ogni situazione che viviamo sia piacevole che stressante, ogni persona con la quale ci confrontiamo diventa un’occasione di crescita e di comprensione di noi stessi.
Quando mi hanno detto per la prima volta che negli altri vediamo parti di noi mi sono sentita come presa in giro. Ho pensato: ma cosa significa? Se una persona mi fa soffrire per la sua poca sincerità io sono come lei/lui e non lo voglio ammettere o vedere? Questa interpretazione è legata al giudizio verso sé stessi e verso gli altri. Ero lontana dal comprendere perchè usavo la mente e non il cuore per comprendere.
Ascoltare ed osservare dallo spazio sacro del cuore ci fa comprendere cosa si nasconde dietro ad un determinato comportamento, significa attingere alla saggezza dell’amore puro che ci connette alla compassione. Vedere noi stessi negli altri significa conoscersi talmente bene da poter distinguere cosa è nostro e cosa no, provando una conseguente sincera compassione per chi abbiamo di fronte in quanto l’atteggiamento che ci ferisce è frutto di un adattamento alla società e alla famiglia, è il modo in cui ci siamo protetti per sopravvivere, è la nostra corazza caratteriale che va comunque onorata per il lavoro che ha svolto per proteggerci. Gli altri ci fanno da specchio significa che proiettiamo su di loro qualcosa che di noi non vogliamo o riusciamo a vedere. Questo ha un significato profondamente diverso no? Se non conosco tutte le parti di me significa che il mio livello di consapevolezza non mi permette di comprendere cosa vedo nell’altro ma mi fermo alle emozioni negative o positive che ne scaturiscono. Quando si dice: cambi tu e cambia il mondo che ti circonda significa proprio che a cambiare è il nostro modo di guardare e sentire.
Aprire lo spazio del Cuore è l’esperienza più profonda e pura che possa augurare e consigliare ad un'altra persona. E’ attingere ad uno spazio infinito di consapevolezza e amore. E’ riuscire a percepire gli altri da uno spazio di consapevolezza e compassione e questo ci permette di vedere le parti di noi che stiamo proiettando.
Aprire lo spazio del cuore ci fa scegliere di perdonare. Il perdono è un atto di benevolenza verso sé stessi. Non serve a far star meglio gli altri, non è assoluzione né tantomeno autorizzazione a reiterare il comportamento che ci ha fatto soffrire ma è offrirsi l’opportunità di voltare pagina, di scegliere la felicità e l’amore al posto del rancore e la frustrazione. Perdonare è liberare sé stessi dalle catene della rabbia e del dolore.
Altro punto chiave che mi ha sempre fatta riflettere è la frase: attiri le persone al tuo livello evolutivo per questo attiri certi tipi di persone o compagni o colleghi. La legge della risonanza, ovvero che il simile attira il simile è una sacrosanta verità, la sua corretta interpretazione è che la Vita ci mette in contatto con ciò di cui abbiamo bisogno per evolvere. Noi attiriamo inconsciamente ciò che è utile per ampliare la nostra coscienza, e nella misura in cui noi ci evolviamo interiormente, cambiano anche le persone e le situazioni che attiriamo a noi dall’esterno. Se attiriamo una certa tipologia di situazioni o persone significa che stiamo ricevendo una opportunità di crescita evolutiva. Spesso ignoriamo questo invito alla gioia per poi rederci conto che la Vita non fa sconti a nessuno. Interpretare la risonanza come un segnale che ci indica di non essere abbastanza evoluti significa mettere in campo il giudizio e la colpa. Il senso di colpa paralizza ed è agghiacciante, blocca il processo evolutivo dell’individuo. Se non risolvo il senso di colpa entro nel conflitto operativo e addosso la colpa all'altro: adesso me la paghi! Quando arrivo a scaricare la colpa all'esterno, dal punto di vista psicosomatico, l’aspetto della somatizzazione è già presente. Il corpo è la cartina tornasole della nostra Psiche.
Tutto ciò che pensiamo emette una vibrazione che ne attira una di risposta che gli corrisponde. Ma se difronte ad una situazione che ci fa soffrire provassimo a tornare nello spazio del cuore? Se ci riconnettessimo al respiro e tornassimo alle percezioni corporee cosa accadrebbe? Cambiamo le vibrazioni che emettiamo!
E’ assumersi la responsabilità della propria felicità senza addossarla all’esterno. E’ disentificarsi con quel dolore, trauma o ingiustizia subita. L’identificazione con il dolore è un freno potente all’evoluzione dell’individuo in quanto siamo dominati da tutto quello con cui si identifica il nostro Io e noi siamo in grado di dominare solo ciò da cui ci disidentifichiamo. Il meccanismo di identificazione con le emozioni, i sentimenti, con il ruolo sociale che ricopriamo, col tipo di lavoro che svolgiamo, ci identifichiamo con i contenuti della nostra coscienza invece che con la coscienza stessa. Se la nostra personalità è composta da molte parti identificarci solo con alcune ci priva della libertà che invece deriva dall’esperienza dell’IO puro.
L’esercizio più utile per comprenderci, dalla mia esperienza personale, è il contatto profondo con il corpo
“Il carattere di una persona, così come si manifesta nei suoi modelli di comportamento, si configura anche a livello somatico attraverso la forma e il movimento del corpo. La somma totale delle tensioni muscolari viste come unità, il modo di muoversi e di agire, costituiscono la propria ed unica “espressione corporea” dell’organismo. L’espressione del corpo è il complesso somatico dell’espressione emozionale.”
Alexander Lowen
Noi siamo il corpo, che non significa affatto mi identifico col corpo. Se mi identifico col corpo posso correre il rischio di giudicarmi in relazione alla forma o alla salute del corpo stesso. Nel corpo ci sono contratture croniche di cui siamo totalmente inconsapevoli, in quelle zone il respiro e quindi anche l’energia vitale non fluisce liberamente. Abbiamo bloccato alcuni punti nel corpo per non entrare in contatto con quel dolore, per non riviverlo.
Attraverso esercizi di respirazione consapevoli e mirati associati al contatto profondo con il corpo possiamo far emergere quei ricordi senza identificarci con loro:
La storia della nostra vita è scritta nei nostri corpi, i nostri tessuti hanno la forma delle emozioni che abbiamo provato. Noi siamo il nostro corpo, più siamo in contatto con il nostro corpo più siamo in contatto con noi stessi. Corpo e mente sono uno l’immagine riflessa dell’altro, le emozioni, i sentimenti, gli atteggiamenti, il nostro agire nel mondo e soprattutto come noi ci siamo “parlati” quindi come abbiamo reagito emotivamente ad ogni esperienza vissuta, influiscono e si imprimono sulle nostre cellule e quindi sui nostri tessuti, organi, muscoli. A.Lowen
Un dialogo interiore basato su pensieri tristi, tetri, di sconforto e rassegnazione obbliga il nostro metabolismo a produrre sostanze tossiche e acide che danneggiano i nostri tessuti, allo stesso modo un atteggiamento di sfiducia in sé stessi e nella vita richiederà alle sinapsi cerebrali di conformarsi a questo tipo di energia tossica e degenerativa.
La Mente mente è un’altra delle affermazioni in apparenza semplici da comprendere. Il termine mente è comunemente utilizzato per descrivere l'insieme delle funzioni superiori del cervello e, in particolare, quelle di cui si può avere soggettivamente coscienza in diverso grado, quali la sensazione, il pensiero, l'intuizione, la ragione, la memoria, la volontà. L’EGO è la conoscenza mentale che abbiamo di noi stessi. Tutti noi vogliamo sentirci OK, accettati, benvoluti e questo è strettamente connesso all’ego. L'ego ha bisogno di credersi superiore per mascherare il suo vero sentimento di inferiorità. Se ci identifichiamo con ciò che pensiamo di noi ci allontaniamo dalla verità e ci ammaliamo fisicamente. Oggi, le neuroscienze ritengono che la mente, e dunque il pensiero, l’affettività e il comportamento, siano l’espressione della funzione del cervello.
"Spesso viviamo troppo vicini ai nostri pensieri, ai nostri bisogni, e i codici ereditati della nostra famiglia e della società che modellano una dimensione falsa e allineata come l'ego"
Eckhart Tolle
E’ un'illusione, una fantasia che finge di essere al di sopra degli altri. Quando siamo dominati dal nostro ego, l'opinione che si ha di sé è distorta, il vero "IO" si allontana e il conoscere sé stessi diventa difficile. In questo senso la Mente mente.
Tutte le patologie ed i sintomi fisici hanno quindi una radice psichica.
Per concludere aggiungo che in Medicina Tradizionale Cinese non esiste distinzione tra soma (corpo) e psiche, in quanto entrambi sono manifestazione della medesima realtà, il Qi (Energia). Gli organi energetici (intesi, quindi, non solo in chiave fisica) sono collegati alle emozioni che ne determinano il loro buon funzionamento. Altra conferma all’esigenza di comprenderci per restare in salute.
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