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I GRASSI FANNO MALE?

Immagine del redattore: Ornella Sari NaturopataOrnella Sari Naturopata


Per moltissimi anni ci hanno detto che i grassi facevano male ed erano alla base di disturbi come iperlipidemie, ipertensione, cardiopatie e problematiche metaboliche. La piramide alimentare nota ai più ha sempre indicato come base dell’alimentazione (60%) i carboidrati integrali o in chicco, seguiti da verdura e frutta, proteine animali o vegetali ed infine i grassi. La piramide alimentare è stata redatta negli anni 90 precisamente nel 1992 dal dipartimento statunitense dell’Agricoltura con lo scopo di arginare il diffondersi dell’obesità, alcune modifiche furono apportate dal 2003 ma sostanzialmente è rimasta uguale.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti studi scientifici che dimostrano esattamente il contrario, il più famoso è lo Studio PURE su The Lancet: “Le diete ad alto contenuto di carboidrati e/o basso contenuto di grassi sono associate ad un maggior rischio di mortalità. Questo è quanto mostrato da uno studio presentato al congresso europeo di cardiologia ESC e in parallelo pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet in cui gli autori sottolineano che il grasso totale non è associato a malattia cardiovascolare, infarto miocardico o mortalità cardiovascolare, mentre i grassi saturi hanno un'associazione inversa con l'insorgenza di ictus”

Rovesciamo la piramide? Non proprio ma sicuramente serve riaggiustare la propria dieta per apportare quei nutrienti indispensabili alla salute del cuore e del cervello. Inoltre, mangiare la giusta quantità di grassi sani a crudo non fa ingrassare anzi fa addirittura dimagrire!

I grassi non sono tutti uguali, ci sono grassi sani e grassi dannosi alla salute (fritti e idrogenati).

Vanno scelti con cura e utilizzati solo a crudo (fine cottura a fuoco spento):

  1. Olio Extravergine di Oliva estratto a freddo meglio se biologico

  2. Ghee (burro chiarificato) ayurvedico biologico senza lattosio

  3. Olio o burro di cocco biologico

  4. Olio di Sesamo biologico

  5. Avocado e olio di avocado

  6. Olio di semi di Lino

  7. Olio di semi di Cumino nero

  8. Tuorlo d’uovo

  9. Salmone selvaggio

  10. Semi di chia

Benefici dei grassi sani:

  • I grassi sani sono fondamentali per l’assorbimento di alcune vitamine importanti per la salute: A, D, E e K;

  • I grassi sani danno energia e ci permettono di sentirci sazi a lungo redendo più lento l’assorbimento dei cibi;

  • I grassi sani sono indispensabili per utilizzare al meglio le proteine che ingeriamo

  • I grassi sani ci proteggono dalle infiammazioni (dolori articolari, tendiniti, legamenti rigidi)

  • I grassi sani lubrificano il colon migliorando la peristalsi intestinale

  • Le diete povere di grassi non funzionano mai perché il vostro corpo non si sentirà mai soddisfatto anche se le calorie ingerite fossero ben oltre il vostro fabbisogno giornaliero


Quali sono i sintomi di una carenza di grassi sani nella propria alimentazione?

  1. Emicrania, stanchezza e scarsa concentrazione

  2. Insoddisfazione postprandiale come se mancasse sempre qualcosa….voglia di dolci

  3. Intolleranze ed allergie alimentari

  4. Acne, eczemi e orticarie

  5. Gonfiore postprandiale, meteorismo, IBS e stipsi

  6. Problematiche ormonali (cisti ovariche, PMS, amenorrea, ciclo emorragico etc..)

  7. Candidosi

  8. Carenze di vitamine D, A, K o E

  9. Capelli secchi, crespi o deboli

  10. Dolori articolari e calcificazioni


Aumentare il consumo dei grassi e delle proteine a discapito di carboidrati e zuccheri permette ai grassi di svolgere il loro compito. Le cellule ricavano energia dalla combustione di grassi, la produzione di radicali liberi si riduce del 30-40% riducendo il livello di infiammazione nel corpo.


Qualsiasi schema alimentare va comunque adattato alla singola persona che avrà una sua costituzione, gusti ed abitudini individuali. Inoltre, i singoli cibi andranno scelti sulla base della valutazione dello stato di salute dei singoli organi ed apparati e come ci insegna la medicina tradizionale cinese ed ayurvedica, considerando il tipo di energia che il singolo cibo apporta all’organismo durante la fase digestiva (rinfresca, raffredda, riscalda, neutro).

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