Ormai sappiamo che il nostro sistema immunitario è strettamente correlato alla salute del nostro intestino. Stipsi, diarrea, IBS, flatulenza, sensazione di gonfiore addominale, diverticoli, sono tutte patologie e sintomi che devono farci pensare non solo all'intestino ma anche allo stomaco.
La disbiosi, ovvero l’alterazione della flora batterica presente nell'uomo, può essere presente nell'intestino, nel cavo orale o in vagina.
Ma la domanda frequente è: come mai soffro di disbiosi intestinale?
La flora batterica intestinale è assolutamente individuale, ognuno di noi ha la sua composizione personale di batteri che dipendono dalla nostra alimentazione e qualità di vita. Quindi siamo noi a selezionare inconsapevolmente le tipologie di batteri che sono presenti nella nostra flora.
La flora batterica intestinale, infatti, vive perlopiù di residui di cibo inassorbiti, ed ogni ceppo batterico ha esigenze nutritive specifiche. Nell'individuo in salute, l'origine della disbiosi va quindi ricercata soprattutto nell'alimentazione: diete monotematiche, eccessi alimentari, come quello di zuccheri e cereali raffinati, alcol o carne, insieme alla carenza di alimenti vegetali, sono senza dubbio le cause più comuni. Ma anche l’uso di farmaci, terapie antibiotiche o antiacidi può portare a disbiosi. Da non sottovalutare, inoltre la stretta correlazione che esiste tra intestino e cervello, quindi anche lo stress e la scarsa qualità e quantità delle ore di sonno incide sull'insorgere della disbiosi.
I sintomi della disbiosi sono prevalentemente a carattere gastrointestinale:
- Gonfiori
- Cattiva digestione
- Meteorismo
- Nausea
- Vomito
- Flatulenza (eccessiva produzione di gas intestinali)
- Disturbi dell'alvo (stitichezza alternata a diarrea, stipsi cronica)
- Candida vaginale
- Cistiti ricorrenti
- Sinusite cronica
- Scarse difese immunitarie con infezioni ricorrenti
Ma torniamo alla capacità digestiva, sappiamo che la digestione degli alimenti ha inizio nel cavo orale, dove la presenza della saliva (formata da 99% di acqua e 1% di sostanze inorganiche ed organiche). Fra le sostanze inorganiche, troviamo soprattutto sali minerali, in particolare cloruri e bicarbonati di sodio, potassio e calcio. La frazione organica è invece composta da enzimi (amilasi, mucina, lisozima) ed immunoglobuline. La saliva associata alla corretta e lenta masticazione danno il via alla sana digestione dei cibi.
Le problematiche intestinali spesso derivano da un deficit enzimatico che riduce, a volte drasticamente, la nostra capacità digestiva.
Gli enzimi sono proteine prodotte nelle cellule vegetali e animali, che agiscono come catalizzatori accelerando le reazioni biologiche senza venire modificati ed ogni enzima ha un suo ruolo specifico.
Gli enzimi sono essenziali per il benessere dell'organismo. La carenza, anche di un singolo enzima, può provocare gravi sintomi o disturbi.
Nella maggior parte delle malattie metaboliche ereditarie, l’organismo non è in grado di produrre un enzima o lo produce in forma non funzionante. L’enzima mancante è come un lavoratore assenteista nella catena di montaggio. Ciò significa che, a seconda del lavoro svolto da quell'enzima o dalla sua assenza, potrebbe non essere prodotto un composto essenziale alla digestione e assimilazione dei nutrimenti o potrebbero accumularsi sostanze tossiche nel nostro organismo.
Per comprendere la disbiosi in molti casi serve dunque risalire alla capacità digestiva ed allo stato di salute dei nostri enzimi, per fare questo esistono esami del sangue e test genetici che ci possono dare il quadro chiaro della situazione e stabilire il tipo di soluzioni dietetiche, fitoterapiche e vitaminiche adatte al singolo individuo.
Un esempio tra tutti, e lo scelgo proprio perché coinvolge molte persone è la Mutazione MTHFR.
L’enzima MTHFR (Metilen-tetraidrofolato-reduttasi), grazie all'intervento della Vitamina B12, consente di ridurre la concentrazione di omocisteina trasformandola in metionina. Livelli aumentati di omocisteina nel sangue sono oggi considerati fattore di rischio per malattia vascolare ma non solo.
È stato identificato un polimorfismo genetico che comporta una condizione di eterozigosi per la mutazione C677T della MTHFR in circa il 43% della popolazione.
Questa mutazione determina la produzione di una MTHFR mutata con un’attività enzimatica ridotta di circa il 50%: come conseguenza si ha un aumento dell'omocisteina nel sangue e quindi un aumentato rischio di malattia vascolare. In carenza alimentare di acido folico, la presenza dell’enzima mutato rappresenta anche un fattore di rischio per i difetti del tubo neurale nelle donne in gravidanza.
I sintomi possono essere molti ne cito alcuni:
- Asma
- Diabete
- Squilibri della tiroide
- Ridotta capacità di disintossicazione del fegato (specialmente dai metalli pesanti)
- Propensione al cancro
- Sintomi “psico-somatici”
- Aborti spontanei
- Disbiosi o problematiche gastrointestinali
Com'è evidente ogni persona necessita quindi di un’attenta analisi personalizzata con la creazione di un preciso percorso benessere che includa necessariamente anche la componente emozionale.
Prendiamoci cura di NOI
Comments