La medicina tradizionale dell'Ayurveda insegna che la salute e il benessere dipendono dalla nostra capacità di digerire tutto ciò che prendiamo dall'ambiente. Ciò include non solo sostanze fisiche come cibo e bevande, ma anche le nostre esperienze, emozioni e le impressioni che prendiamo attraverso i nostri sensi, ovvero attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua e la pelle. Agni è il termine sanscrito per indicare il "fuoco digestivo", che metabolizza non solo il cibo ma anche le informaizoni che ingeriamo dall'ambiente, permettendoci di assimilare ciò che è utile ed eliminando il resto.
Quando la nostra capacità digestiva, o agni, è forte, creiamo tessuti sani, eliminiamo i prodotti di scarto in modo efficiente e produciamo un'essenza sottile chiamata Ojas. Ojas, che è una parola sanscrita che significa forza, può essere immaginata come l'essenza vitale più intima. Secondo L'Ayurveda, l'Ojas è la base per la chiarezza della percezione, della forza fisica e dell'immunità. D'altra parte, se il nostro Agni è indebolito da un'alimentazione scorretta, mancanza di attività, energia emotiva negativa o routine quotidiana malsana, la nostra digestione sarà ostacolata e produciamo tossine che vengono immagazzinate nel corpo. Secondo Ayurveda, questo residuo tossico, noto come ama, è la causa principale della malattia.
Sia che stiamo affrontando problemi di peso o sintomi come gonfiore, gas, indigestione, reflusso, gastrite o mal di stomaco spesso il problema alla radice sottostante è Agni debole. Sfortunatamente, nella medicina occidentale, non siamo addestrati a porre la domanda chiave "Quanto è forte il mio fuoco digestivo?" Invece, ci concentriamo esclusivamente sugli alimenti corretti o meno. La medicina allopatica consiglia dei farmaci che servono a controllare i sintomi, ma non trattano la causa sottostante né tantomeno prendono in considerazione la persona nella sua interezza.
Anche quando l'approccio è legato solo alla corretta alimentazione si sta affrontando solo una parte del problema, non si va più in profondità cercando di comprendere perché la digestione non avviene correttamente. I sintoni spesso scompaiono o si riducono ma non siamo andati alla radice del problema. Il concetto di Agni ci consente di andare più in profondità nel problema potendo poi reinserire a rotazione gli alimenti eliminati per tornare a godere dei pasti senza troppe esclusioni. Chiaramente dipende dal livello di compromissione del corretto funzionamento del fuoco digestivo. Ogni persona ha i propri tempi.
L’Ayurveda consiglia una serie di pratiche quotidiane che ci possono aiutare a mantenere forte il nostro fuoco digestivo. Includere queste pratiche nella nostra vita di tutti i giorni è un atto di saggezza verso noi stessi, riducendo sintomi e fastidi.
Vediamo quali sono questi consigli:
1. La prima regola per una corretta digestione è placare la mente: meditare regolarmente.
Gli studi confermano sempre più i cambiamenti genetici che si verificano con la meditazione regolare, che può aiutare a ripristinare l'omeostasi del corpo, compresi i processi che controllano la digestione. Per ottenere il massimo beneficio, meditare per 20-30 minuti, due volte al giorno, una volta al mattino e una volta alla sera.
2. Praticare movimento fisico moderato ma quotidianamente, una breve passeggiata di 15 minuti dopo ogni pasto contribuisce a far controllare i picchi glicemici postprandiali. Il mio consiglio è comunque di fare una passeggiata di 45 minuti tutti i giorni
3. Esegui esercizi di respirazione (pranayama) almeno 3 volte la settimana, la corretta respirazione permette al Prana (energia vitale) di fluire liberamente nel corpo rilassando la muscolatura intestinale ed il diaframma.
4. Mangiare con moderazione avendo cura di masticare a lungo. Quando mangiamo più cibo di quanto il nostro stomaco possa ospitare, non possiamo scomporlo correttamente. Tendiamo anche a produrre più acido, causando così reflusso e indigestione. Inoltre, la quantità di enzimi digestivi prodotti potrebbe non essere in grado di abbattere completamente il volume di cibo ingerito, il che porta a una maggiore formazione di gas, disagio o gonfiore. Ayurveda consiglia di lasciare un terzo dello stomaco vuoto per lasciare spazio al nostro corpo per digerire facilmente il nostro pasto. Ecco un modo semplice per misurare una porzione ideale di cibo per un pasto in base alle dimensioni del corpo: unire le mani come a formare una ciotola

La quantità raccomandata di cibo per un pasto è l'equivalente di due di queste manciate di cibo. Naturalmente, puoi mangiare meno di due manciate se il tuo appetito è più piccolo.
5. Evitare di bere mangiando. Utile invece è bere acqua calda bollita prima del pasto e subito dopo (anche in tisana digestiva con zenzero)
6. Consuma il tuo pasto principale a pranzo. I nostri corpi sono più in grado di digerire il cibo a mezzogiorno, quando siamo attivi ed Agni ha maggior forza. Il nostro sistema digestivo secerne la più alta concentrazione di "succhi digestivi" intorno a mezzogiorno, rendendo questo il momento migliore per mangiare il nostro pasto più completo ed abbondante. La sera, i nostri corpi stanno rallentando e si preparano al sonno. Se mangiamo il nostro pasto più grande a cena, quando il nostro fuoco digestivo è più debole, ci sentiremo pesanti e gonfi e avremo maggiori probabilità di avere difficoltà ad addormentarci. La sera è importante evitare di consumare proteine per agevolare la detossificazione del fegato.
7. Concediti di rilasciare le emozioni che ti fanno soffrire. Qui serve un atto di volontà per decidere di stare davvero meglio. La correlazione tra emozioni e digestione è ormai nota a tutti, se mangio quando sono triste, arrabbiato o di fretta senza masticare percepisco immediatamente fastidi o sintomi come bruciore di stomaco. Sono stati eseguiti molti studi in merito a questa correlazione, ora sappiamo che il sistema nervoso complesso e indipendente chiamato sistema nervoso enterico (ENS) regola il tratto gastrointestinale. Non a caso viene chiamato il “il secondo cervello”. L’ENS contiene molti dei principali neurotrasmettitori che si trovano nel cervello, tra cui serotonina, dopamina, glutammato, noradrenalina e ossido nitrico. Il 95% della serotonina contenuta nel corpo in un dato momento è presente proprio nel sistema nervoso enterico. Quando il livello di stress diventa cronico (e questo accade anche quando sono costantemente in collera, provo frustrazione o quando ho necessità di controllare tutto ciò che accade in me e fuori di me), il cervello invia segnali alle cellule immunitarie intestinali che rilasciano sostanze chimiche che portano a infiammazione. L’infiammazione cronica determina malassorbimento, intolleranze, insonnia e problematiche respiratorie come attacchi di asma. Inoltre, il mancato o l’iper-controllo delle emozioni, compromettendo la corretta respirazione, possono determinare tachicardie o aritmie.
Buona digestione
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